Nelle imminenti presidenziali USA Barack Obama si presenta per un secondo mandato; nel 2008 l’opinione pubblica rimase disorientata da come il Presidente americano e il suo staff utilizzarono i social network, all’epoca ancora lontani dall’arena politica, per raccogliere fondi e consenso in maniera efficace e direttamente dalla propria base.

Quattro anni più tardi, entrambi le parti hanno imparato a gestire i messaggi e i propri programmi basandoli e indirizzandoli all’impiego di tutte le reti sociali, dai più noti e diffusi Facebook e Twitter, passando per Google+, Flickr e YouTube; queste scelte sono dettate dalla volontà di garantire a chiunque sia interessato la possibilità di seguire i dibattiti e le convention indipendentemente dalla piattaforma sociale utilizzata più spesso.

Il concetto è molto semplice: comunica con i tuoi elettori la dove sono maggiormente presenti e per molte ore al giorno. Oggi è impensabile affrontare una campagna elettorale senza una corretta strategia di comunicazione sul web , anche se spesso i soli social network possono non bastare; cercare di coinvolgere e intercettare la generazione Twitter é oggi come non mai determinante, in quanto si ha la necessità di spiegare con chiarezza e nel dettaglio come ogni candidato voglia risolvere i problemi, sopratutto alla luce dei risultati di un’inchiesta: un terzo degli elettori americani dotati di smartphone utilizza la rete per verificare l’attendibilità delle parole dei politici.

Sul web il presidente Barack Obama ha un forte vantaggio su Mitt Romney, quello di un enorme patrimonio di utenti registrati sui social media, siano essi semplici supporter o elettori attivi; la capacità di raggiungere ‘singolarmente’ ogni elettore è per Obama più del doppio di quella del concorrente Romney. Il presidente Obama ha un brand identity sociale imbattibile, che si tratti di Twitter, Facebook, Google+ o Instagram, e questo avrà pur un suo peso, sopratutto se utilizzato per eliminare le distanze sociali tra il candidato e il suo elettore, in particolar modo in un periodo di crisi come questo. In quest’ottica la politica USA ha imparato quanto siano importanti e determinanti le opinioni dei propri cittadini espresse on-line, sopratutto per intercettare le evoluzioni degli umori elettorali; basti pensare che sia durante che al termine di ogni dibattito pubblico televisivo in cui si sono incontrati i due candidati i numeri di tweet e commenti sui social network è stato elevatissimo, e che ognuno dei candidati ha guadagnato followers e fan sui rispettivi profili. Proprio in quest’ottica l’ultima frontiera del web marketing politico è quella di acquistare degli ‘hashtag’ (parole chiave su Twitter) che possano diventare trendic topic sulla piattaforma di microblogging. Queste vengono utilizzate e interpretate, a torto o a ragione, come il termometro degli umori elettorali dei cittadini USA. Le potenzialità virali degli hashtag di Twitter vengono adoperate con una scelta al volo in base all’evolversi della situazione; una via di mezzo tra un rischio e una scelta consapevole di web marketing per sfruttare al meglio la piattaforma Twitter.

I rischi di questa situazione è che tutti cerchino di comprendere o valicare le tendenze on-line del momento, dimenticandosi che gli stessi candidati esistono in una loro versione off-line di carne e ossa e che spesso è questa quella dedita alle decisioni e alla soluzione dei problemi. Inoltre gli utenti dei social media, per loro stessa natura, seguono profili che diramano notizie e giudizi schierati con i propri; questo valore potrebbe falsare molti dei dati in questione, considerando che i singoli utenti spesso ricevono feedback dalla propria cerchia di contatti, anch’essa impressionata dagli umori del momento.

Il web è entrato a pieno titolo nell’armamentario comunicativo di un politico, infatti è interessante notare come Vertical Measures abbia sviluppato un’infografica sulle elezioni presidenziali USA e i social media; riponendo particolarmente in risalto i cambiamenti avvenuti nella comunicazione politica in pochi anni e il differente utilizzo che i candidati fanno dei social media.
La partita è dunque quanto mai aperta e verrà combattuta voto a voto, stato per stato, tweet su tweet.