In questo periodo di lockdown legato al covid-19 sento spesso messaggi su quanto sia cambiato il mondo e quanto tutto, al termine di questa situazione, sarà diverso; in effetti questa esperienza ha inclinato diversi status-quo e alcuni elementi si dovranno necessariamente ricostruire e migliorare.
Immaginando la fase di ricostruzione mi sono ricordato dell’antica arte giapponese del kintsugi (金継ぎ) o kintsukuroi (金繕い), letteralmente oro (“kin”) e riunire, riparare, ricongiunzione (“tsugi”).
Tutto nasce dalla ceramica, quest’ultima centinaia di anni fa era un materiale tecnologicamente avanzato e molto raro, oltre che costoso; rompendosi non si poteva certamente gettare via senza cercare di ripararla, anzi era importante donarle nuova vita attraverso le linee di frattura all’oggetto, che, arricchite dall’oro, diventano il nuovo valore aggiunto dell’oggetto, fornendo ancora più unicità a quello stesso oggetto.
Ogni pezzo riparato diviene unico e irripetibile, proprio per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari, ramificate decorazioni che si formano e che vengono esaltate dal metallo.
Il kintsugi suggerisce paralleli suggestivi, sia personali sia professionali, sul mondo che abbiamo conosciuto e in cui abbiamo vissuto fino a non troppo tempo fa.
Impariamo che non si deve buttare ciò che si rompe; la rottura di un oggetto o di un nostro processo aziendale non ne rappresenta necessariamente più la fine, le sue linee di frattura diventano trame preziose sia di esperienza che linee guida su come meglio ripartire nelle nostre attività. Si deve tentare per forza di recuperare, e nel farlo ci si guadagna, anche solo con la nostra personale esperienza. Se ci pensate bene è l’essenza della resilienza tanto e troppo abusata.
Nella vita di ognuno di noi, sia privata che negli affari, si deve cercare il modo di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di crescere attraverso le proprie esperienze dolorose, di valorizzarle, consapevoli che siano proprio queste che rendano ogni persona e azienda unica, preziosa.
La delicata lezione simbolica suggerita dall’antica arte giapponese del kintsugi è quella di ripartire dalle cicatrici e dalle loro lezioni, abbracciando l’errore che è capitato, non vergognandosi delle ferite e della fragilità.
Se teniamo tutti a mente questa piccola lezione, potremo aggiustare la situazione e ripartire ricchi dell’esperienza acquisita, altrimenti ci ritroveremo tra qualche tempo a fare di nuovo i conti con l’universo.