Le parole d’ordine per salvare le eccellenze italiane saranno: innovazione, anche nei modelli di business, formazione e internazionalizzazione.
In questo nuovo scenario, il ruolo delle eccellenze italiane e del Made in Italy come motore per ripartire sarà cruciale e determinante, perché solo in Italia esiste quella caratteristica del saper fare e saper fare di qualità.
E’ da un pò che penso a come dovrà reinventarsi/evolvere il Made in Italy nella ripartenza dopo la pandemia. Il tema è sempre più spesso al centro di tavoli e discussioni, ma a mio parere si deve sempre partire dagli imprenditori, dal tessuto e motore produttivo della nostra nazione, consapevoli che serva una prospettiva di partenza immediata e focalizzata sul medio e lungo termine, per intercettare da un lato i mercati digitali, quelli reali e al 100% digitali, e dall’altro formare una classe imprenditoriale che oggi è affamata e pronta a cogliere le opportunità dei mercati esteri e internazionali.
L’Italia ha l’opportunità di capire quali siano i propri punti di forza, a partire dalla creatività e dal design, dal cibo di qualità e dalla precisione delle nostre lavorazioni; è vero che il PIL ha ceduto qualcosa, questo è innegabile, ma il Made in Italy sta già ripartendo in un nuovo mondo post-pandemico, reinventandosi come i nostri migliori imprenditori sanno fare.
L’Italia non cambierà e rinuncerà all’ecosistema delle filiere che hanno portato i prodotti italiani del lusso in tutto il mondo, ma aggiungerà un ulteriore tassello competitivo: il digitale, vero e al 100%, e l’internazionalizzazione su mercati esteri con partner concreti e professionali.
Una parte del mondo avrà sempre bisogno dei prodotti del lusso e di qualità, lì ci saremo noi; ma l’unicità del lusso italiano e della qualità italiana però non basta. La carta vincente del post-pandemia sarà quella di far crescere le opportunità e le competenze digitali delle imprese, laddove invece finora hanno dominato concetti di sola ‘pubblicità’ online invece di digital transformation per far crescere le opportunità del giro di affari e dei mercati da scoprire.
Se gli italiani finora sono stati bravi nell’innovazione dei prodotti e meno bravi nell’innovazione dei modelli di business, occorre ora fare un salto in avanti, altrimenti si perderà la possibilità di trasformare una crisi in un’opportunità.
Le parole d’ordine saranno quindi: innovazione, formazione e internazionalizzazione.
Mai come oggi e per il prossimo periodo sarà determinante capire non quali prodotti ho in azienda ma su quali mercati potenziali e da consolidare avrà la mia azienda nello scenario mondiale.