Non è una moda né tantomeno un tormentone, l’evoluzione verso il digitale delle PMI italiane è una condizione ormai non più rimandabile, è qualcosa da affrontare e risolvere immediatamente.

Bene, adesso che l’abbiamo scritto, la domanda è: come e da cosa partire?

Ho voluto svolgere un esercizio d’astrazione partendo dall’idea non tanto su quali siano i settori su cui sia maggiormente necessaria la trasformazione digitale, piuttosto su quali siano i driver determinanti su cui intervenire e come; ho raggruppato su tre principali pilastri: IT, CRM e Big Data.

Settore IT

Dal Software as a Service, dall’Infrastructure as a Service, dalla Platform as a Service all’IT as a Service, l’evoluzione di una fruizione dei servizi ICT in modalità on demand e pay per use.

La sfida per i responsabili IT è non essere scavalcati e mantenere la governance; infatti spesso le linee di business scavalcano il reparto IT per approvvigionarsi direttamente da provider esterni di servizi cloud.

CRM

Dal CRM al CEM (Customer Experience Management): siamo tutti utenti, con dei bisogni specifici, perciò non è più sufficiente un CRM, serve piuttosto l’esperienza per farci sentire non clienti ma adepti. Sarà necessaria alta integrazione, studiare l’esperienza e la comunicazione sui social e i vari sistemi di messaggistica in modalità qualitativa e strutturata.

Big Data

Il Big Data Management non è un problema di hardware o di software. Si tratta sempre e comunque di una questione di vision e di investimenti mirati a rendere i Big Data degli Smart Data, trasformandoli in azione strategiche per il business.

Su questi tre pilastri, applicati in mix distinti e con budget diversi, si possono realmente far evolvere le PMI verso una nuova Era Digitale.

Il tutto si racchiude con una bella formula che comprende: tecnologia sempre fluida, scalabile e controllabile, applicata all’esperienza che ognuno di noi vorrebbe con un’azienda che conosce tutto di noi, anche più di quello che noi stessi siamo pronti a confessare.