Io sono un accentratore, per di più recidivo e seriale. Oggi questo aspetto del mio carattere è un problema. Oggi e nel futuro si lavorerà sempre di più in team.

Parto da alcune considerazioni che stanno rimbalzando nella mia mente da qualche giorno per cercare di capire come gestire al meglio il mio tempo e non risultare una vittima sacrificale immolata al business. Come è noto, il primo passo per risolvere un problema è ammettere di averlo: sono un accentratore!

Sono consapevole di non essere l’unico su questo pianeta; è un male comune, s’inizia con la sensazione di essere più capaci o più preparati dei propri colleghi, si entra nel tunnel di non condividere le informazioni e si è pienamente nel proprio personale nirvana quando ci si sente indispensabili e insostituibili, inglobando un carico di lavoro che materialmente non potrà mai essere gestito da una sola persona.
Esiste una soluzione a questo male: delegare! Ma è una soluzione che non ci piace, troviamo scuse del tipo: formare una nuova risorsa richiede troppo tempo, alcune cose si fanno prima a farle che a spiegarle, delegare ci fa perdere il controllo del progetto.

Siamo tutti utili ma nessuno è indispensabile

E’ una regola che in alcuni ambienti del business viene ripetuta più volte del buongiorno mattutino; ha al suo interno una grande verità: il mondo esisterà anche senza di noi!
La nostra missione segreta di salvare il pianeta, che sia aziendale oppure reale, tutte le creature contenute al suo interno e avere anche il tempo per noi, la vita sociale, la palestra e leggere qualche libro è una missione suicida. Accettiamo il fatto che il mondo non precipiterà nel Medioevo se affidiamo un compito a qualcun altro. Se svolgiamo una certa mansione da molto tempo è probabile che tale mansione venga eseguita discretamente bene da noi, ma questo non significa che sia impossibile per qualsiasi altro essere umano imparare a svolgere lo stesso compito in maniera altrettanto soddisfacente.
Siamo onesti, non ascoltiamo quella vocina interiore che ci prova a convincere che nessuno sarà mai capace di svolgere quel compito bene quanto noi; deleghiamo e puntiamo a concentrarci su scenari più elevati.

Delegate per davvero

Chi sta cercando di disintossicarsi dalla malattia dell’accentratore proverà ad adoperare dei surrogati: la delega per finta.
Non ha senso assegnare un compito a qualcuno per poi ossessionarlo in ogni suo movimento, incombendo su ogni minima azione per verificare che svolga il compito esattamente come lo avremmo eseguito noi.
Il controllo maniacale vi farà solo perdere tempo invece di risparmiarlo e sarà quasi certamente un motivo di frustrazione e ansia sia per voi che per il vostro collaboratore.
Cercate piuttosto di formare adeguatamente la persona giusta e mettetela nelle migliori condizioni per svolgere il compito richiesto, chiarendo sin da subito gli obiettivi del progetto e lasciando alla risorsa la libertà di compimento con il metodo che riterrà più opportuno.

In media res

Siamo riusciti finalmente a delegare, adesso è importante non sparire nel nulla. Esiste una via di mezzo tra il controllo assoluto esercitato sui vostri collaboratori e il darsi alla macchia materializzandosi solamente al momento in cui c’è da tirare le somme e fornire valutazioni.
Uno degli aspetti più difficoltosi è trovare una via di mezzo tra l’ansia generata dalla scelta di delegare e la tentazione di riversare tutto il carico di lavoro sulla risorsa, così da staccare completamente e partire per il Sud America; è importante trovare un equilibrio tra l’essere presenti e disponibili, lasciando libertà d’azione alla risorsa, e il completo abbandono del comune terreno lavorativo.

Qualche consiglio

Ho pensato di condividere qualche consiglio, più come promemoria personale che come vera guida pratica, d’altronde io sono ancora in cura 😉

La maggior parte degli accentratori seriali ha il terrore di perdere il controllo del progetto che segue oppure la preoccupazione che le persone appena delegate non siano in grado di raggiungere i risultati richiesti; a tal proposito vi riporto alcuni consigli che mi hanno aiutato a dormire qualche ora in più.

  • Stabilire degli step intermedi con obiettivi precisi e deadline definite; questa operazione vi permetterà di verificare l’operato dei collaboratori e comprendere se sono necessarie delle correzioni in corso d’opera.
  • Chiarite bene gli obiettivi che si devono raggiungere, condivideteli con il team; imparate anche a condivide le responsabilità, non solo i compiti da svolgere. Responsabilizzare i propri collaboratori è il miglior modo per raggiungere soddisfazione e risultati eccellenti in quanto il compito è realmente sentito e non solo imposto.
  • Richiedete il feedback e ricambiate se vi viene richiesto. Non permettete che i vostri collaboratori non siano liberi e a proprio agio nell’esporre dubbi o chiedervi supporto. Voi rappresentate il loro punto di riferimento aziendale.

Quando non delegare

Non sempre si può delegare, ovviamente dipende da caso per caso, ma in linea di massima alcuni aspetti prettamente di visione organizzativa all’interno di un’azienda è sempre meglio non delegarli ai collaborati ma seguirli personalmente.
Se esiste una parte del vostro lavoro che vi entusiasma e che alimenta la vostra motivazione, non delegatela ad altri a meno che non sia strettamente necessario. Ottenere soddisfazioni dalle attività che svolgiamo è fondamentale e sottrarre gli aspetti che ci appagano maggiormente non farà di noi dei buoni leader: farà di noi dei leader frustrati che invidiano i propri collaboratori.