Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.

Il talento non basta: occorre tenacia. Tra una persona talentuosa senza tenacia e un’altra tenace, ma senza talento, sarà quest’ultima a ottenere i risultati migliori.

La SEO è morta. Facebook è morto. I blog sono morti. Gli influencer sono morti.
Ogni volta che danno per morto il Web, poi questo emerge in altra e più forte forma, spostando avanti la nostra soglia di esperienza.

Mi domando perché periodicamente si debbano leggere e sentire affermazioni così nette e definitive su un settore come quello del web che ha dimostrato piuttosto l’esatto contrario, e cioè che nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma in questo universo e quindi anche sulla Rete.

Forse alla base di queste e di molte altre idee catastrofiche sulla Rete e sulle strategie da utilizzare per ottenere risultati ci sono altri fattori come la mancanza di pazienza e l’incapacità di lungimiranza e interconnettività dei pianificatori.

Chi non ottiene subito il risultato sperato ha la fretta di cambiare strada, sperando di imboccare quella giusta. Un po’ come cercare di arrivare al centro di una città sconosciuta senza conoscere il centro e girando a caso per le vie stradali.

Sia nel primo che nel secondo caso serve una strategia d’azione, una pianificazione operativa e una netta distinzione tra mappa e territorio. Soprattutto serve una visione d’insieme per sapere cosa esattamente si voglia ottenere.

Chi ottiene risultati in Rete sa perfettamente cosa sta facendo e non lascia niente al caso; progetta, pianifica, esegue, misura, migliora, ma soprattutto non ritiene la Rete uno strumento per ottenere ciò che vuole, ma si impegna per farne parte attivamente, mettendo in gioco sé stesso e le proprie competenze, giorno dopo giorno.

Per capire davvero cosa sia la Rete e risucire a fare business coerentemente è necessario immergersi all’interno per nuotare insieme agli altri in modo cooperativo, sinergico e sopratutto curioso.